in good company (2004)

dan foreman ha 51 anni e ha una vita felice. e’ capo delle vendite degli spazi pubblicitari del settimanale sports america e ha appena festeggiato un anno di grandi successi professionali. le notizie dell’ inaspettata gravidanza di sua moglie e del fatto che la sua figlia maggiore alex sia stata accettata all’ esclusiva e costosissima nyu rendono dan ancora più felice, anche se un po’ preoccupato per le finanze della famiglia. carter duryea ha 26 anni e crede di avere una vita perfetta. finora ha lavorato sodo per far carriera nella multinazionale globecom. adesso è stato scelto per dirigere le vendite degli spazi pubblicitari di una delle pubblicazioni recentemente acquisite dalla globecom, la rivista sports america. sfortunatamente per carter, la sua promozione coincide con la crisi e relativa fine del suo matrimonio (che è durato solo sette mesi) e lui non ha nessuno, fatta eccezione per un pesciolino, con cui condividere la sua gioia. l’esasperazione di dan per il suo abbassamento di ruolo non è niente in confronto al suo stupore davanti al fatto di essere sostituito da una persona di 26 anni, carter. considerata l’età del suo nuovo capo e la sua totale inesperienza nella vendita di spazi pubblicitari, dan non ha alcuna voglia di fare da braccio destro a carter. ma alla luce delle novità a casa, ha bisogno del suo lavoro esattamente quanto carter. costretti dalla necessità, i due cominciano a lavorare insieme per cercare di rispondere alla volontà della globecom di riorganizzare il loro dipartimento, licenziando delle persone da una parte e invece di aumentare le entrate del 35 percento, dall’altra.